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LEAVING VEGAS (cit.)

Siamo appena arrivati a Los Angeles e ciano resi conto di essere in uno degli edifici simbolo di Hollywood: il Roosvelt Hotel. Fuori piove troppo. Via dal deserto abbiamo ritrovato la pioggia, come se fosse lì ad aspettarci sulla costa. Nel cuore arido e scheletrico della Death Valley ci siamo sentiti piccoli, ma vestiti benissimo. Abbiamo detto no al trekking nei parcheggi. E ringraziato sti ammerigani superorganizzati che mettono i cessi chimici anche nel mezzo del nulla. Fatto foto. Selfie e contro-selfie. Guidato nelle uniche strade possibili che sembrano dirti “o ti fidi e prosegui o sei morto”. Da sotto il livello del mare a 6.000 piedi in meno di mezz’ora. Hai fatto benza? Spero di sì. La valle tutta spera di sì. Zabriskie Point non è solo un film, quindi. E poi dritti fino a Vegas. Dall’introspezione più totale all’espressione più volgare e riuscita dell’inutilità dell’essere umano. Una macchina perfetta. Pensata e progettata per farti spendere soldi in cambio di passatempi. Che fino ad un paio d’ore fa avresti potuto morire di sete e fame anche solo se ti si bucava una ruota, qui invece sete e fame non le puoi nemmeno pensare di avere perché qualcuno ti avrà già nutrito e dissetato senza che tu l’abbia nemmeno chiesto. Il paradiso per alcuni, l’inferno per altri. Un posto geniale, assurdo, esagerato, pazzesco, orribile ed affascinante, popolato di bestie umane di ogni forma e specie, superorganizzato e fottutamente fatto per farti stare bene. Quindi abbiamo fatto tutto quello che un turista medio deve fare. Girare gli hotel. Mangiare tanto e bene. Bere gratis. Giocare e vincere. Giocare e perdere. Guardare gli spettacoli. E di nuovo da capo. Per due giorni che sembrano infiniti. Che non esci quasi mai alla luce del sole, che dentro è sempre notte, è sempre l’ora di giocare. E dopo aver scommesso anche l’ultimo dollaro sulla via del parcheggio siamo partiti per Los Angeles. Quasi cinque ore di viaggio di cui un paio nel deserto e tre sotto una pioggia torrenziale. Ok paghiamo pegno. Il road trip finisce qui. Oggi giriamo la città. Domani lasciamo la macchina e voliamo verso Città del Messico per iniziare un nuovo viaggio, come se gin qui avessimo scherzato, e invece…

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