Loading...

blog

TAKE ME TO THE PLACE I LOVE

Siamo in aeroporto a Los Angeles in attesa di imbarcarci per Mexico City. Situazione check-in e controlli a dir poco fuori controllo. Che manco a Jedda alla fine del Ramadan. Il contrario esatto di tutto quello che di americano ho apprezzato in questi giorni: indicazioni chiare, assistenza continua, repetita iuvant, tanti sorrisi. Qui invece niente. In quattro per farti un caffè da Starbucks e nessuno a dirti come fare il check-in all’aeroporto. Un paio d’ore di travaglio tra giappi deliranti, tutti spazientiti, orde barbare anziché code ordinate, ma pare che siamo riusciti a fare l’italianata per non imbarcare (e pagare) una valigia in più. Che tanto poi siamo in vacanza (e che vacanza!) quindi zero stress, facile a dirsi e meno a farsi. Adesso un respiro che si parte per una nuova avventura. Cambiati i dollari in pesos. No more roaming in terra messicana. Lasciamo Los Angeles con una sola convinzione: tornarci al più presto. Che un giorno fosse assurdamente poco per poterla anche solo capire, una città simile, lo sapevamo bene. Abbiamo quindi fatto la scelta “poveri che guardano i ricchi”: il city tour guidato con il bus aperto. Dopo un’iniziale fighettissima diffidenza, complice un tempo finalmente soleggiato, ci siamo lasciati portare lungo le strade della città alla scoperta dei quartieri e delle zone che hai sentito nominare in tutti i film che hai visto: Hollywood, Beverly Hills, Santa Monica, Venice Beach, etc. Case basse, spazi enormi, parcheggi ovunque, parchi e giardini curatissimi e il mare in città. Costy già pronta a rinnegare il suo amore per Niuiok Sity davanti a questo splendore. Io un po’ più conservativo, non mi sbilancio. Ma l’effetto è folgorante. Sarà il sole sarà il vento sarà il mare ma qualcosa da queste parti vibra forte e si fa sentire. Non puoi capirla e viverla girando con un bus a due piani, ma puoi farti almeno un’idea. È tutto bello, anche il giro serale alla disperata ricerca di una valigia da comprare. Mezzi pubblici pressoché inesistenti ma Uber efficientissimo ti porta anche a mangiare un hamburger. Tanta hypsteria portamivia, tanta America, tanto tutto. Ma è come se fossimo entrati in un ristorante e ci fossimo seduti solo per sentire il profumo uscire dalla cucina, senza nemmeno aprire il menu per ordinare… Ci sentiamo dal Mexico, cabrones !!!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi