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FELIZ NAVIDAD !!!

E Buon Natale.
Siamo nel piccolo e deserto aeroporto di Oaxaca. È la mattina del 25 dicembre e stiamo per prendere l’unico volo che parte stamattina per Tuxla Gutierrez, nel Chiapas. L’aereo ha le eliche. Cost ha appena fatto una brutta faccia. Da lì poi andremo a San Cristobal che è la nostra prossima destinazione. Oaxaca stupenda ed emozionante. Caldissima, accogliente e caotica nel suo piccolo. Per certi tratti simile a Manduria, nel vocabolario di similitudini Puglia-RestoDelMondo che Cost applica in ogni dove. Una città artistica dove fare arte è un lavoro vero, protetto e stimolato, promosso e considerato.

È strano comunque l’effetto di un Natale al sole, senza freddo e senza neve. Immersi in una cultura millenaria stratificata e complessa. Lontani da tutto e da tutti. Buon Natale ancora da questo posto pazzo colorato come noi. Adesso ci imbarchiamo. A tra poco.

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Ok siamo atterrati. Ora siamo in auto e tra circa un’ora raggiungeremo San Cristobal. Siamo nel Chiapas, terra di foreste e di rivoluzioni. Oggi ci concediamo il lusso di un pomeriggio di riposo, un po’ perché è Natale, un po’ perché ne sentiamo il bisogno fisico e mentale, un po’ perché siamo giustamente in vacanza.Qui il mio iperattivismo patisce e fa i conti con “una vita da seduta” Costy style. Che, solo e soltanto per oggi, vince al grido di “basta roba archeologica”. Da domani si riparte alla scoperta, perché qui intorno di roba da vedere ce n’è tanta… (continua)

I fatti salienti di Oaxaca sono due. Il primo è che ieri Cost ha bevuto il mezcal. Tre bicchierini. E ha dichiarato: sembra un liquido che usano i meccanici per pulire gli ingranaggi. Menomale che il distillatore, super-proud della naturalezza del suo prodotto, non capisse l’italiano. La seconda notizia è che il servizio di lavanderia dell’hotel ha deciso letteralmente di bollire i nostri vestiti colorati, lavandoli alla stessa temperatura a cui disinfettano asciugamani e lenzuola. Risultato: un disastro. Abbiamo delle vittime illustri, alcune illustrissime. Un duro colpo al fescionismo. Un’offesa ai trendsetter. Ai colori e ai fiori che sono prematuramente scomparsi. Forse il nostro piccolo omaggio all’altrettanto prematura scomparsa della Signora della Moda. Un sacrificio (involontario) per una futura morigeratezza. Rest In Plissè (cit. danib).

Tra l’altro ieri per la cena della Navidad abbiamo (casualmente) cenato in un’Hostaria che dicono fosse frequentata dalla troupe di Salvatores e Abatantuono ai tempi di Puerto Escondido. Ieri di certo era frequentata da una fauna molto local, compresa band ruspante che ci ha intrattenuti e fatti ballare tra una portata e l’altra. Le canzoni brutte. Ma poco importa. The Party Is The People, anche da queste party…

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