Loading...

blog

THE BEGINNING IS THE END IS THE BEGINNING

Siamo a Cancun, in aeroporto. Inizia la strada per il ritorno. Domattina saremo a Milano. Iniziano i resoconti, le valutazioni, i pensieri. E la malinconia sale già ineluttabile. Prima di tutto colpisce il pensiero riguardo la nostra totale impreparazione al freddo dell’inverno, alla città di sempre, ai ritmi della quotidianità. Che stagione è mica “lì da voi”??? E un pensiero corre al concetto di lavoro, diobuono, cazzo se lo ricorda come è fatto il lavoro ?!?

Le valige piene di vestiti umidi e sporchi. La testa piena di immagini di posti stupendi. Tutto quello che abbiamo fatto. Tutto quello che avremmo voluto fare e che non abbiamo fatto. I giorni intensi. I giorni sprecati. Le tappe riuscite. Quelle un po’ meno. Gli errori di valutazione. E le botte di culo. Fondamentali. Un mese irripetibile. Indimenticabile. Come quelle vacanze estive all’avventura di inizio università. Come l’interrail. Ma molto meglio. Che la consapevolezza dell’età non ci ha fatto perdere il gusto della scoperta e dell’incoscienza. Un viaggio così lungo, più lungo della somma dei giorni e delle ore. Lungo quanto ti puoi emozionare nell’imparare quello che non conosci. Nel farti capire in una lingua che non sai e che poi scopri di sapere (un pochino, eh). Nel trovare quello che cercavi. O magari nel non arrivarci per un attimo. (continua…)

Non esiste il viaggio perfetto e non ha senso nemmeno cercarlo. Siamo stanchi e felici ma, pochi cazzi, non abbiamo alcuna voglia di tornare. Più felici che stanchi, onestamente. Non ci manca casa. Non ci manca Milano. Non ancora, quantomeno. Questi ultimi giorni sono stati il colpo di grazia. Dopo una settimana in ciabatte ci siamo abituati al caldo umido dei Caraibi e la sola idea di infilare un paio di calze urta la mia sensibilità psicofisica. Ci siamo anche fatti una ragione delle assurde convivenze di queste terre così ricche di natura, di storia e di cultura, frequentate da orde barbare di turisti accaniti e beoni. Playa è un brutto posto, lo si può dire senza offendere nessuno. C’è a chi piace. Di sicuro non è il “nostro posto”. Invece Tulum è altra roba. Altra classe. Un perfetto hypsterodromo dove far correre le proprie pulsioni fighette tra una posada sul mare, tutta arredata vintage schabby chic, e un negozietto tanto carino che ha un solo errore sui prezzi dei vestiti: i cartellini hanno tutti uno zero di troppo. Locali accoglienti tutti di legno sparsi in mezzo alla giungla e la sensazione di sentirsi in un posto vero, incuranti di quanto finto possa essere, perché in definitiva è vero che stare nel bello fa stare bene. Siamo stati anche alla spiaggia di Xcacel, dove siamo arrivati prima dei custodi, con il suo cenote verde smeraldo, le palme, le dune e il mare cristallino, anche se c’era mare grosso e Costy ha sfidato le onde ed ha miseramente perso. In Puglia non ci sono le onde, meh! Invece ieri siamo stati a isla Contoy, dove abbiamo lasciato il cuore, gli occhi e molto di più. Un’isola protetta, ad accessi limitati e controllati, dove non c’è vita umana, non c’è turismo sfrenato, non c’è acqua potabile e dove un ristretto manipolo di biologi preservano quello che la natura ha creato solo per darti la possibilità di fare un bagno in un paradiso incontaminato tra i barracuda, i paguri e i cormorani che pescano in picchiata, come in un gesto violento e suicida, ma quando li vedi riaffiorare mentre deglutiscono sembra che ti guardino un po’ tronfi delle loro doti atletiche. Abbiamo poi chiuso con una serata al Coco Bongo, immancabile quanto deludente. Animazioni mosce, tempi teatrali sballati, macchine sceniche vecchie, acrobazie scontate, ballerini con la pancetta, vestiti cheap. Una fiera del trash. Del vorrei ma non posso. Di sicuro una interessante e proficua macchina del divertimento facilone, studiata per far bere tutti i presenti e spendere un sacco di soldi, ma non certo quel paradiso dell’intrattenimento come viene promossa e raccontata. Roba che le meglio serate del Borgo (per dire) spaccano molto di più, sotto ogni punto di vista. L’imitazione che diventa limitazione. Se citi non puoi sembrare, devi essere. Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti. Ma era giusto vederlo. Ed è stato giusto farlo l’ultima sera. Delusione e smosceria. Terzomondismo del divertimento. Beoni spendaccioni everywhere che sembra l’ultima occasione della loro vita per “divertirsi”. Ora ci imbarchiamo per Miami.

Benvenidos a Miami.
Fatto tutto quello che c’era da fare nelle tre ore di scalo, compreso un hamburger da Wendy’s. Ora si torna davvero. È stato tutto davvero tanto. Grazie a tutti. Adesso saranno giorni di lavatrici e di grezzi tentativi di rientrare nella quotidianità, con la consapevolezza che sarà impossibile. E meno male. Perché era proprio questo che stavamo cercando. E l’abbiamo trovato. Ciao!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi